Il Monte Brione altro non è che un promontorio fortificato, uno sperone di roccia, se visto da Torbole, che sorge a dividere Torbole da Riva del Garda; da Riva si presenta invece come una dolce collina degradante vestita di splendidi ulivi che, si dice, siano i più belli del Garda
apprendiamo che “Le opere fortificatorie nel settore di Riva del Garda comprendono la Tagliata del Ponale, il Forte Bellavista, la batteria sulla spiaggia, il Forte San Nicolò, il Forte Garda, la Batteria di Mezzo, il Forte S. Alessandro, due batterie mortai sul Brione, il Forte Tombio ed i due Forti di Nago. Da parte italiana lungo il confine non viene contrapposta alcuna opera permanente di carattere fortificatorio, essendo il fronte piuttosto avanzato rispetto alle posizioni di partenza e ritenendosi sufficiente per far pressione contro la linea austriaca il dominio diretto del monte Baldo ed il sostegno di due grossi cannoni da Marina installati a Malcesine e a Limone. Lo sbarramento dei forti altogardesani austriaci viene a incernierarsi su un fronte abbastanza composito che dal Doss della Torta-Gavardina scende alla Rocchetta e quindi attraversa la pianura del Basso Sarca e si inerpica sullo Stivo e sul Creino, comprendendo anche il caposaldo di Malga Zures, nel settore del Baldo, importante sbarramento all’avanzata delle truppe italiane provenienti dalla cima dell’Altissimo, da Doss Casina e da Doss Alto”.
Cartelli illutrativi sul posto forniscono ogni tipo di informazione sui forti.
Si tratta di un percorso molto panoramico, a picco sul Lago di Garda che, da Riva, prende avvio da Porto S. Nicolò, m 65 a metà strada circa da Torbole, e seguendo il Sentiero della pace, salendo in gran parte scale a gradoni, più che a gradini, passa al Forte Garda e alla Batteria di Mezzo, m 360. L'itinerario ad anello, percorso da noi oggi, ma altre varianti sono possibili, per una distanza complessiva di circa 6 km, si compie, con tutta comodità e godendosi i panorami sul lago che incessanti si susseguone durante la salita, in tre orette.
In una guornata di sole migliore di quella odierna, ci si può comodamente fermare a fare merenda su una delle tante panchine poste nei punti strategicamente più panoramici.
Il rientro, lasciata la parte storica e col panorama più ricco, che spazia sullo Stivo, sul Monte Altissimo e su altre note cime verso Limone, oltre che sulle coltivazioni di Torbole e sulla foce del Fiume Sarca, si svolge invece, continuando lungo un comodo sentiero, sul versante verso Riva del Garda; si tratta di un vero giardino di ulivi, coltivati come il miglior giardiniere potrebbe coltivare il giardino della propria villa.
Non abbiamo avuto occasione di visitare i forti perché, non informatici prima, non eravamo al corrente che in questo periodo dell'anno, come si può leggere sul link sopra, sono chiusi.
- Tempi: netto di andata ore 2.30 di ritorno ore 1.15
- Carte: -Kompass 690, Alto Garda e Ledro; 1:25.00 (forse non molto recente)
Bella escursione quella di oggi anche se, in buona parte, su strade e sentieri già altre volte percorsi. D'altronde, con oltre settanta escursioni compiute e descritte sulle montagne che circondano il Garda, si fa difficile trovare ancora itinerari nuovi. Ma ciononostante, non provando ancora il desiderio di andare a “pestolar” neve in Alto Adige con temperature ancora molto rigide e previsioni molto instabili, la scelta si è dimotrata indovinata.
Così, dopo il Monte Brione della settimana scorsa, rieccoci sul Garda con partenza da Pregasina, m 532 su sentieri che, più in alto, si incroceranno con quelli provenienti da Limone. Altro clima, altro paesaggio sempre incantenvole, altri panorami ma oggi anche un'arietta gelida in cima quando ci saremmo concessi volentieri una mezz'ora di riposo più al calduccio.
Parcheggiata la macchina nella piccola piazzetta della piccola frazione, ci avviamo, per comoda strada, seguendo i segn. 422 e 422A; alle 10 del mattino c'è già un bel sole tiepido che ci bacia in fronte. Raggiungiamo così Loc. Calchevole (ore 0.30), dove, non segnata in cartina, prendiamo a sinistra una variante del segn. 422A, indicata come “sentiero delle creste EE” che non conoscevamo e che, lasciando l'ombra, sale subito ripida a raggiungere la cresta. Il sentiero è stretto ma non particolarmente impegnativo né presenta pericoli più del solito. E, raggiunta la cresta, subito si aprono panorami fantastici su un lago che appare sempre più bello e su una serie di monti noti che ci ricordano tante, tante precedenti escursioni, fra tutti il Monte Baldo col Telegrafo che pare voler proteggere il lago da improbabili invasioni da Est. Ma da qui si vede molto bene, a formare quasi un anfiteatro, il Monte Brione, meta della settimana scorsa e naturalmente lo Stivo imbiancato, il Biaena, il Monte Bondone con il Cornetto e il Palon, la Paganella e il Gruppo di Brenta.
Passo dopo passo, con tante brevi soste a scattare fotogradie e con qualche saliscendi, attraversando anche una breve galleria in roccia, raggiungiamo Cima Larici, m 907, da dove si domina il Lago in tutta la sua lunghezza. Proseguendo a destra, ritroviamo il segn. 422A lasciato prima per prendere la variante e, continuando per sentiero, raggiungiamo Casina Palaer, m 946 (ore 1.30-2.00) dove il terreno è imbiancato da una recente leggera nevicata. Ora si prosegue, purtroppo all'ombra, per sentiero sassoso e ripido col quale raggiungiamo Passo Rocchetta, m 1.159 (ore 0.30-2.30) dove ad attenderci c'è una gelida aria che sembra spirare proprio dal Lago nella nostra direzione. Da qui, Passo Guil, poco distante, aprirebbe parecchie altre possibilità di proseguimento in diverse direzioini ma per noi oggi va bene così.
La sosta sarà quindi più breve del previsto e mezz'ora dopo saremo nuovamente per strada, ora in discesa, seguendo il segn. 422. Con lunghi tratti al sole e altri in ombra, qui la valle è stretta, e con l'ultimo tratto di sentiero in ripida discesa e col fondo cementato, raggiungiamo nuoavemente Pregasina, (ore 1.15-3.15).
Non è il larice che cambia vestito/ e nemmeno la betulla che si spoglia/ sono cieli neri appoggiati sugli alberi/ che lasciano cadere lacrime senza ritegno/ è la voce del vento, dimenticata,/ che diventa ruvida come carta vetrata/ è il disegno nuovo delle rughe sul viso/ è la notte nera che mi avvolge dentro/ è un viaggio per il quale non avrei più voglia/ di pagare un altro biglietto,/ in un silenzio sporco gorgogliante. // Malinconia: un'ombra che viene avanti/ nell'agonia di tramonti precoci/ ad ammucchiare nebbie nell'anima/ a legare ancora fili che a fatica avevo strappato/ ad allacciare l'ieri con l'oggi:/ ombre nello sporco della vita.// Ma guarda giù sotto, nel girare della ruota,/ cominciano già a germogliare occhietti primaticci:/ vita di fretta, come sono di fretta/ la lancette dell'orologio a girare fogli del calendario.
J.S. Bach: Choral from Cantata 147
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L'è che, adèss, se gà pù tèmp de vardarle, le ràge de 'l orlòi, e anca se le core sèmpro a la medesema maniéra el par che qoéla ombrìa la se svizìnia massa emprèssa... Làssa che le vaga, tanto doman le torna ancor sui stessi passi
Stame ben ti e la to' grènz Diaolin
guidoleonelli :
22.01.2018 -ore 15.20- Simpatico e gradito il tuo commento Diaolin. Grazie
annamaria :
Ad ogni stagione ad ogni giorno ,la camminata adeguata... Bravi camminatori tu ed Ivonne, con l'alternativa sempre studiata e pronta. Belle le escursioni che hai descritto questa volta e il commento più azzeccato è quello che ci comunica la foto "Panoramica con sorriso". Ormai il lago di Garda vi è familiare e vi regala ogni volta scorci nuovi. Che densa e coinvolgente la poesia! Davvero bello leggerla rileggerla e ascoltarla. Ti auguro che "gli oceti primaroi" possano essere forieri di nuove promesse, di amabili sorprese.
guidoleonelli :
23.01.2018 -ore 15.30- Grazie Annamaria per le tue considerazioni e per belle parole che mi riservi. È vero, dei sentieri che circondano il Lago di Garda credo che, dopo tanti anni, ne conosciamo adesso davvero molti, più o meno impegnativi, più o meno ripidi ma anche molti rilassanti, vere e proprie passeggiate alla portata. Il Brione, fra tanti, è stato un po' una scoperta: ci eravamo stati alcuni anni fa ma ne ero rimasto molto deluso per il suo stato di abbandono. Ora è tutt'altra cosa e vale davvero la pena, anche per chi non ama fare grandi fatiche, dedicargli una visita. Grazie per i complimenti per le foto ma anche e soprattutto per le parole che riservi alla mia poesia, densa e coinvolgente, come dici tu, che non sprizzerà gioia da ogni parola ma che, come mio solito, esprime ciò che mi "bolle dentro".
Daniela :
23/01/18 ore 19,30 Caro Guido, la settimana scorsa per poco non ci si incontrava sulle sponde del Garda! Venerdì abbiamo fatto la passeggiata delle Busatte, sempre molto bella e panoramica e poi, su sollecitazione dei nostri amici, siamo saliti anche sul monte Brione! Davvero belli gli scorci sul lago e gli ulivi sulla strada del ritorno. Bene, allora adesso toccherà al Passo Rocchetta! Molto bella e malinconica la poesia, ascoltando la quale ho imparato una parola dialettale che non conoscevo: scrocolènt. La trovo molto divertente, rende proprio l'idea, la userò! Grazie come sempre per i tuoi suggerimenti e un saluto a tutti!
Renata :
23/01/2018 Trovo particolarmente tranquille e delicate queste vostre camminate invernali, in paesaggi limpidi e orizzonti ampi.Proprio per questo stridono ancor più quelle costruzioni massicce e cupe, segni di possessi da difendere e di terre contestate. Ma la Natura riesce ancora a consolare: i larici, gli ulivi, l'elleboro fiorito di bianco.E' un po' quello che esprimi con i tuoi "océti primaròi" nella tua poesia che, nonostante il ritmo lento e pacato, tocca dentro "rùvida tant che carta de védro". Mi piacciono molto le tue poesie, mi piace molto la scelta delle parole, calibrate e spesso onomatopeiche. Questo periodo di parole urlate e di "nòt négra" pre elettorale mi sembra di poterlo definire proprio "bròdegh scrocolént". Mi piacciono molto anche i versi di Diaolin: un dialetto più difficile perché per me meno usuale, ma parole sorridenti di saggezza. Un saluto a tutti gli amici e a te e Ivonne un arrivederci sul Garda!
GRAZIANA :
ciao Guido, certo le vostre escursioni invernali, accompagnate da bellessime foto, mitigano un po' il mio "sentire" l'inverno. Faccio sempre fatica a confrontarmi con questa stagione, il freddo e il buio mi fanno sentire per un certo verso ... prigioniera. La poesia : Annamaria ha trovato le parole che esprimono perfettamente anche le mie impressioni, molto coinvolgente e densa di immagini che restano. E il punto di vista di Diaolin, più leggero e scanzonato non è però da dimenticare! Come Daniela neppure io conoscevo la parola "scrocolènt", ma se sa sen gardolote! Buone giornate a te e a Ivonne!
guidoleonelli :
24.01.2018 -ore 18.20- Ciao Daniela, è bello tornare da una gran bella camminata, mi riferisco a quella odierna, che vi racconterò la prossima volta, e trovare i commenti di tre cari e fedeli amici ai quali risposndere. Mi meraviglio che finora non ci si sia mai incontrati sui sentieri delle nostre escursione, ma credo che, prima o poi, capiterà e sarà un bell'incontro. Dici che avete fatto il sentiero delle Busatte e penso che, il Brione così di seguito, abbia esercitato un po' un richiamo per il sole che non avevate potuto godere prima. O sbaglio? Mi fa piacere vedere che seguite i miei passi e che li troviate interessanti. Mi fa piacere anche quanto dici della mia poesia, sono d'accordo con te, sia pur malinconica. Difficile cambiare registro quando, come nel mio caso, si siano superati alcune volte gli "anta". E quanto a "scrocolènt", un termine onomatopeico, come tanti ce ne sono nel nostro dialetto, lo trovo riportato su più vocabolari, anche se Fox lo indica in disuso. Ma noi saremo già in due a riporatrlo in uso. Ciao, grazie e alla prossima.
guidoleonelli :
24.01.2018 -ore 18.40- Si Renata[/b] è come dici tu: camminate tranquille in paesaggi limpidi e orizzonti ampi, in buona parte a te ben noti. Un po' meno tranquilla, si fa per dire,la camminata di oggi, ma in paesaggio, questo sì davvero molto ampio dove gli ulivi e le rose di natale (con "l'elleboro" cercavi di mettermi in difficoltà?) non crescono. E la tua riflessione su quelle costruzioni massicce e cupe, calza a pennello anche se va pur ricordato che la storia non può e non deve essere cancellata. Ma tu, ne sono certo, queste cose me le insegni. È bello quello che dici della mia poesia e mi fa piacere sentire che riesca a toccarti corde nascoste. Anche tu hai notato, come già Daniela, l'uso di temini onomatopeici. Poi sei davvero maestra, e ti riesce molto bene, riportare la "nòt négra" della poesia a questo periodo preelettorale. E quanto all'amico Diaolin, sono contento l'abbia notato anche tu, pur con un dialetto per noi un po' ostico, con quanta delicatessa e saggezza sappia intervenire. Grazie allora; ricambio il saluto in attesa di rivederci presto.
guidoleonelli :
24.01.2018 -ore 19.00- Ciao Graziana, inutile ripetersi la litania che ogni stagione, anche in senso figurato, porta con sè qualcosa di positivo: a te l'inverno non piace proprio ma sicuramente ti rincuorerà pensare che siamo ormai alla fine di gennaio e che poi arriveranno le violette e mille altri fiori e profumi dai quali ti lascierai trascinare fuori dalla prigione. Sulla mia poesia, mi fa piacere, e penso faccia piacera anche ad Annamaria, sentire che ti ritrovi nelle sue espressioni. E quanto a Diaolin, lo dicevo poco fa anche con Renata, è tutt'altro che da trascurare: uomo di grande sensibilità e di mille risorse. Infine, a Gardolo, che io sappia, parlate anche voi il dialetto di Trento; si dà il caso che la nostra parlata vada sempre più restringendosi quanto al lessico. La responsabilità?: un po' di tutti noi, credo.
Saverio :
Molto bella la tua poesia e molto realista il commento di Diaolin. Probabilmente è vero che ora c'è più tempo per osservare il veloce giro delle lancette ed è anche vero che questo tempo "maturo" è quello più importante che viviamo. Grazie anche per le belle escursioni che allietano le giornate d'inverno. Ora è tempo di calzare gli scarponi, dopo un periodo di fiacca dovuto all'influenza; erano anni che non veniva a trovarmi ma quest'anno ha deciso di farlo. Ormai è alle spalle e guardiamo avanti. Cari saluti.
guidoleonelli :
02.02.2018 -ore 22.10- Ciao Saverio, mi faceva un po' di malinconia osservare che erano soltanto cinque gli amici che avevano avuto voglia di dire la loro, sei quindi arrivato proprio a fagiolo. Mi dispiace sentire che non sei stato bene: l'influenza non guarda in faccia proprio nessuno pare e forse, dopo alcuni anni, come dici tu, ha ritenuto di farti nuovamente visita. Mi fa piacere quanto dici della poesia, soprattutto quando osservi, come già altri amici prima di te, quanto sia pertinente il commento del nostro imprevidibile Diaolin dalle mille risorse. Avrei piacere che ripassasse a prendere visione diretta di quante volte sia stato nominato e apprezzato. Che poi i miei versi potessero essere parzialmente amche profetici, non l'avrei pensato proprio ma sta di fatto che la nòt négra prende senza chiedere permesso a nessuno. Pronto a rimettere gli scarponi, ti auguro delle belle scarpinate e penso che, alla fine, non abbia poi perso molto per questa tregua: il tempo è sempre così imprevedibile in questo periodo. Un salutone.
Commenti:
le ràge de 'l orlòi, e anca se le core sèmpro
a la medesema maniéra el par che qoéla ombrìa
la se svizìnia massa emprèssa...
Làssa che le vaga, tanto doman le torna ancor sui stessi passi
Stame ben ti e la to' grènz
Diaolin
Simpatico e gradito il tuo commento Diaolin.
Grazie
Grazie Annamaria per le tue considerazioni e per belle parole che mi riservi. È vero, dei sentieri che circondano il Lago di Garda credo che, dopo tanti anni, ne conosciamo adesso davvero molti, più o meno impegnativi, più o meno ripidi ma anche molti rilassanti, vere e proprie passeggiate alla portata.
Il Brione, fra tanti, è stato un po' una scoperta: ci eravamo stati alcuni anni fa ma ne ero rimasto molto deluso per il suo stato di abbandono. Ora è tutt'altra cosa e vale davvero la pena, anche per chi non ama fare grandi fatiche, dedicargli una visita.
Grazie per i complimenti per le foto ma anche e soprattutto per le parole che riservi alla mia poesia, densa e coinvolgente, come dici tu, che non sprizzerà gioia da ogni parola ma che, come mio solito, esprime ciò che mi "bolle dentro".
Caro Guido, la settimana scorsa per poco non ci si incontrava sulle sponde del Garda! Venerdì abbiamo fatto la passeggiata delle Busatte, sempre molto bella e panoramica e poi, su sollecitazione dei nostri amici, siamo saliti anche sul monte Brione! Davvero belli gli scorci sul lago e gli ulivi sulla strada del ritorno. Bene, allora adesso toccherà al Passo Rocchetta!
Molto bella e malinconica la poesia, ascoltando la quale ho imparato una parola dialettale che non conoscevo: scrocolènt. La trovo molto divertente, rende proprio l'idea, la userò!
Grazie come sempre per i tuoi suggerimenti e un saluto a tutti!
Trovo particolarmente tranquille e delicate queste vostre camminate invernali, in paesaggi limpidi e orizzonti ampi.Proprio per questo stridono ancor più quelle costruzioni massicce e cupe, segni di possessi da difendere e di terre contestate. Ma la Natura riesce ancora a consolare: i larici, gli ulivi, l'elleboro fiorito di bianco.E' un po' quello che esprimi con i tuoi "océti primaròi" nella tua poesia che, nonostante il ritmo lento e pacato, tocca dentro "rùvida tant che carta de védro". Mi piacciono molto le tue poesie, mi piace molto la scelta delle parole, calibrate e spesso onomatopeiche.
Questo periodo di parole urlate e di "nòt négra" pre elettorale mi sembra di poterlo definire proprio "bròdegh scrocolént".
Mi piacciono molto anche i versi di Diaolin: un dialetto più difficile perché per me meno usuale, ma parole sorridenti di saggezza.
Un saluto a tutti gli amici e a te e Ivonne un arrivederci sul Garda!
certo le vostre escursioni invernali, accompagnate da bellessime foto, mitigano un po' il mio "sentire" l'inverno. Faccio sempre fatica a confrontarmi con questa stagione, il freddo e il buio mi fanno sentire per un certo verso ... prigioniera.
La poesia : Annamaria ha trovato le parole che esprimono perfettamente anche le mie impressioni, molto coinvolgente e densa di immagini che restano. E il punto di vista di Diaolin, più leggero e scanzonato non è però da dimenticare!
Come Daniela neppure io conoscevo la parola "scrocolènt", ma se sa sen gardolote!
Buone giornate a te e a Ivonne!
Ciao Daniela,
è bello tornare da una gran bella camminata, mi riferisco a quella odierna, che vi racconterò la prossima volta, e trovare i commenti di tre cari e fedeli amici ai quali risposndere.
Mi meraviglio che finora non ci si sia mai incontrati sui sentieri delle nostre escursione, ma credo che, prima o poi, capiterà e sarà un bell'incontro. Dici che avete fatto il sentiero delle Busatte e penso che, il Brione così di seguito, abbia esercitato un po' un richiamo per il sole che non avevate potuto godere prima. O sbaglio? Mi fa piacere vedere che seguite i miei passi e che li troviate interessanti.
Mi fa piacere anche quanto dici della mia poesia, sono d'accordo con te, sia pur malinconica. Difficile cambiare registro quando, come nel mio caso, si siano superati alcune volte gli "anta".
E quanto a "scrocolènt", un termine onomatopeico, come tanti ce ne sono nel nostro dialetto, lo trovo riportato su più vocabolari, anche se Fox lo indica in disuso.
Ma noi saremo già in due a riporatrlo in uso.
Ciao, grazie e alla prossima.
Si Renata[/b] è come dici tu: camminate tranquille in paesaggi limpidi e orizzonti ampi, in buona parte a te ben noti. Un po' meno tranquilla, si fa per dire,la camminata di oggi, ma in paesaggio, questo sì davvero molto ampio dove gli ulivi e le rose di natale (con "l'elleboro" cercavi di mettermi in difficoltà?) non crescono. E la tua riflessione su quelle costruzioni massicce e cupe, calza a pennello anche se va pur ricordato che la storia non può e non deve essere cancellata. Ma tu, ne sono certo, queste cose me le insegni.
È bello quello che dici della mia poesia e mi fa piacere sentire che riesca a toccarti corde nascoste. Anche tu hai notato, come già Daniela, l'uso di temini onomatopeici. Poi sei davvero maestra, e ti riesce molto bene, riportare la "nòt négra" della poesia a questo periodo preelettorale.
E quanto all'amico Diaolin, sono contento l'abbia notato anche tu, pur con un dialetto per noi un po' ostico, con quanta delicatessa e saggezza sappia intervenire.
Grazie allora; ricambio il saluto in attesa di rivederci presto.
Ciao Graziana,
inutile ripetersi la litania che ogni stagione, anche in senso figurato, porta con sè qualcosa di positivo: a te l'inverno non piace proprio ma sicuramente ti rincuorerà pensare che siamo ormai alla fine di gennaio e che poi arriveranno le violette e mille altri fiori e profumi dai quali ti lascierai trascinare fuori dalla prigione.
Sulla mia poesia, mi fa piacere, e penso faccia piacera anche ad Annamaria, sentire che ti ritrovi nelle sue espressioni. E quanto a Diaolin, lo dicevo poco fa anche con Renata, è tutt'altro che da trascurare: uomo di grande sensibilità e di mille risorse.
Infine, a Gardolo, che io sappia, parlate anche voi il dialetto di Trento; si dà il caso che la nostra parlata vada sempre più restringendosi quanto al lessico. La responsabilità?: un po' di tutti noi, credo.
Grazie anche per le belle escursioni che allietano le giornate d'inverno. Ora è tempo di calzare gli scarponi, dopo un periodo di fiacca dovuto all'influenza; erano anni che non veniva a trovarmi ma quest'anno ha deciso di farlo. Ormai è alle spalle e guardiamo avanti. Cari saluti.
Ciao Saverio,
mi faceva un po' di malinconia osservare che erano soltanto cinque gli amici che avevano avuto voglia di dire la loro, sei quindi arrivato proprio a fagiolo.
Mi dispiace sentire che non sei stato bene: l'influenza non guarda in faccia proprio nessuno pare e forse, dopo alcuni anni, come dici tu, ha ritenuto di farti nuovamente visita.
Mi fa piacere quanto dici della poesia, soprattutto quando osservi, come già altri amici prima di te, quanto sia pertinente il commento del nostro imprevidibile Diaolin dalle mille risorse. Avrei piacere che ripassasse a prendere visione diretta di quante volte sia stato nominato e apprezzato. Che poi i miei versi potessero essere parzialmente amche profetici, non l'avrei pensato proprio ma sta di fatto che la nòt négra prende senza chiedere permesso a nessuno.
Pronto a rimettere gli scarponi, ti auguro delle belle scarpinate e penso che, alla fine, non abbia poi perso molto per questa tregua: il tempo è sempre così imprevedibile in questo periodo.
Un salutone.